Alfa Romeo Giulia GT

   Presentata nel Settembre del 1963Alfa Romeo Giulia Sprint GT, secondo le intenzioni dei vertici dell’Alfa Romeo, aveva il non facile compito di sostituire la Giulietta Sprint ripetendone il successo commerciale e quello sportivo. Chiamato a ripetere l’impresa fu Nuccio Bertone, già padre della Sprint, coadiuvato dall’allora venticinquenne Giorgetto Giugiaro che ispirandosi alla “2000 Sprint”, anch’essa frutto del suo estro, disegnò una coupé più compatta dalla linea filante.

   Contraddistinta da un ampio padiglione curvo al fine di garantire la massima abitabilità, la Giulia Sprint GT si presenta con un lungo dietro dalla cornice superiore della calandra a fino ai gruppi ottici posteriori che permette di ridurre otticamente l’altezza del veicolo. Il frontale di forma rettangolare integra i proiettori ravvicinati tra loro per far posto agli indicatori di direzione posti sugli spigoli dei parafanghi.

   La parte superiore anteriore presenta il caratteristico diedro ribassato davanti al cofano motore, delimitato da due tratti obliqui che doveva fungere da “invito” per una presa d’aria frontale successivamente abolita, abbastanza da far denominare tale serie con l’appellativo GT ”Scalino”.

Mossa da un 4 cilindri di 1600 cc con doppio asse a camme in testa ed alimentata da due carburatori doppio corpo Weber, questa versione fu prodotta dal 1963 al 1966.

   Il restauro dell’auto in foto durato 2 anni e mezzo non ha presentato particolari difficoltà in quanto la macchina era completa di tutto anche di quei particolari oggi introvabili.

  La carrozzeria è stata sverniciata a mano eliminando totalmente la verniciatura che nel corso del tempo aveva subito dei ritocchi maldestri e non ha subito la sostituzione di alcun lamierato. Anche la meccanica interamente smontata è stata totalmente revisionata così come la tappezzeria che nel tempo era stata “cotta” dal sole il tutto avvalendosi di maestranze locali.

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Lancia Artena Coupè

Lancia Artena Coupè Pininfarina (1932)

Una delle prime vetture carrozzate da Pinifarina ed allestita per il salone di Ginevra del 1932. Particolarità sono le ruote a raggi cromate, come si usava per le auto da salone al fine di renderle più "luccicanti", ed il motore potenziato con due carburatori Zenith anzichè uno solo come in origine.

Dal Salone di Ginevra del 1932 la vettura non è rientrata in Italia in quanto è stata acquistata, direttamente a fine salone, da un imprenditore ginevrino rimanendo di proprietà della famiglia fino al 2001 quando un socio del VCC Etneo è riuscito ad acquistarla.

Il restauro è stato integrale, per quanto la vettura fosse completa in ogni suo componente, ed è durato circa 10 anni. Difficoltà si sono incontrate nella ricostruzione parziale della struttura in legno e nel reperimento di materiali conformi a quelli dell'epoca.

 

 

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